Dalla fine del XVIII secolo fino alla prima metà del XIX, l'oratorio fu abitato da eremiti e divenne meta di pellegrinaggi e di devozione popolare soprattutto nei periodi d'epidemie. All'interno del santuario si possono ammirare opere di autori di un certo interesse nel panorama artistico veneto, come nel caso di Antonio Lazzarini (Belluno, 1672-1732), Mathias Cremsl, l’artista preferito dal don Cumano per il caldo cromatismo delle sue composizioni, che gli commissionò la maggior parte dei dipinti tuttora conservati nel santuario,a partire dal trittico che orna l’altare con la Madonna col Bambino, San Francesco da Paola e l’angelo reggente l’emblema "Charitas" nella tela centrale, firmata e datata 1702, e Sant’Alberto e Sant’Osvaldo in quelle laterali, Antonio Sasso, Giuseppe Venanzio, Antonio Tacco, Carlo Maria Cialdelli (detto Petrogalli da Foligno). Di particolare interesse sono anche gli affreschi di Francesco Da Re che si trovano in una delle stanze sopra la sacrestia che rappresentano i cinque misteri gaudiosi.