Le chiese

La Diocesi di Vittorio Veneto trae origine dall'antica Diocesi di Opitergium (Oderzo) che risale alla seconda metà del IV secolo. Il territorio è suddiviso in 162 parrocchie raggruppate in 12 foranie. Molte chiese contengono grandi e piccoli tesori d'arte da non perdere.

Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Tiziano

La Cattedrale di Vittorio Veneto, prima di Ceneda, è dedicata a S. Maria Assunta e San Tiziano. L'edificio attuale è del XVIII secolo, costruita tra il 1740 e il 1773 su progetto dell'arch. Ottavio Scotti, in stile neoclassico; la facciata invece è del 1912 su disegno degli arch. Moretti e Rupolo che hanno rielaborato il primitivo progetto dello Scotti. Ma è ben più antica la fondazione della cattedra di Ceneda. La leggenda la vuole fondata con la traslazione miracolosa, nel VII secolo, delle spoglie del Vescovo di Oderzo San Tiziano, sono giunte sino alla base dell'attuale torre campanaria - dove sono tuttora venerate nella cripta sotto la chiesa.
All’interno si possono ammirare:
Olio su tela, Ascensione, Leandro Bassano (attr.), XVI sec.
Olio su tela, Madonna con Bambino, San Rocco e San Sebastiano, Girolamo Denti (attr.), seconda metà del XVI sec.
Olio su tavola, Madonna con Bambino, San Biagio e San Giovanni Battista, Jacopo da Valenza, 1508
Transetto, olio su tela, Madonna del Rosario tra S. Domenico e S. Rosa, Pier Antonio Novelli, 1796
Altar Maggiore, olio su tela, B. Vergine Assunta, Pier Antonio Novelli, 1797
Olio su tavola, Madonna con Bambino, San Sebastiano, S. Antonio da Padova, Vescovo Trevisan, Jacopo da Valenza, 1494
Olio su tela, Cristo deposto in grembo alla Vergine con i Santi Girolamo, Luigi, Francesco, Antonio abate, Bernardo, Palma il Giovane, 16520-28

Duomo di Santa Maria Nova

Edificio settecentesco sorto dell'architetto Domenico Schiavi da Tolmezzo che sostituisce l'originaria architettura quattrocentesca.
L'edificio è a navata unica, rettangolare con angoli smussati. Ricca di stucchi e altari decorati il Duomo di Serravalle si segnala soprattutto per le opere d'arte in esso contenute.
All’interno si possono ammirare:
Olio su tela sul secondo altare, Vergine col Bambino tra Santa Augusta e S. Giovannino
Pala d'altare, Madonna in gloria con Sant'Andrea e San Pietro con nello sfondo la pesca degli Apostoli, Tiziano Vecellio, 1542. Detta pala, vanto della Prepositura e di tutta Serravalle, fu commessa dalla Comunità nel 1542 e terminata nel 1547. La cornice fu intagliata da Paolo Pajetta nel 1847.
Altare, raffiguranti l'Annunciazione sul verso e i santi Andrea, Pietro, Agata, Augusta e Cita sul recto, portelle dell'antico organo Francesco da Milano, 1528 circa.
Soffitto: Natività di Maria Vergine di Gian Battista Canal. Quest' ultima opera è andata purtroppo distrutta a causa del terremoto del 1873 e sostituita da un affresco di Felice Schiavoni, il quale ha raffigurato nella cupola Maria SS. e le Virtù Teologali e, nei pennacchi, I quattro Evangelisti (in chiaroscuro).

Pieve di Sant'Andrea di Bigonzo

Edificio romanico consacrato nel 1303 a navata unica con rosone pentalobato e copertura a semplice capanna retto da 12 capriate.
Curiosi sia all'esterno, in prossimità della facciata, che ai quattro angoli interni i baldacchini che fungono da cappelle. Il presbiterio è leggermente disassato rispetto all'aula per consentire una migliore resa acustica e simboleggiare il capo di Cristo reclinato sulla croce.
L'edificio, pur essendo costruzione del XIV secolo, in realtà sorge su preesistenze ben più antiche, poiché si tratta della chiesa pievanale e quindi della matrice religiosa del territorio, probabilmente presente già dal VI secolo con una fonte battesimale.
Per questa ragione l'edificio, al suo interno è ricco di opere d'arte ed affreschi che raccontano la devozione popolare nel corso dei secoli.
Molte sono le opere che si possono ammirare, tra cui si segnalano:
In Facciata:
affresco, Lunetta con Sant'Andrea, Francesco da Milano, 1525 ca
affresco, Lunetta con Crocifissione, Francesco da Milano, 1525 ca
Interno:
affresco, Madonna con Bambino, Antonio Zago, XV secolo
affresco, San Giobbe tra Sant'Antonio Abate e San Rocco, Francesco da Milano, prima decade XVI sec.
affresco, San Rocco distribuisce pane ai poveri, prima metà XVI sec.
affresco, Trasfigurazione di Gesù tra Mosè e S. Elia, S. Antonio abate, S. Rocco, S. Sebastiano, Francesco da Milano, 1525
olio su tavola, Vergine dei Battuti, Marco Vecellio, XVI secolo
olio su tavola, Polittico del Santissimo, Bottega dei Vecellio, seconda metà XVI secolo
Cappella dei Battuti, affresco con Storie di San Marco, XV secolo
affresco, Trasfigurazione di Gesù tra Mosè e S. Elia, S. Antonio abate, S. Rocco, S. Sebastiano, Francesco Frigimelica, 1600
affresco, Madonna col Bambino tra i santi.

Chiesa di Santa Maria del Meschio

Edificio del XVI secolo che fu sede anche della Confraternita dei Battuti della comunità di Ceneda.
A ridosso dell'edificio , infatti sorsero, nei secoli i complessi ospedalieri che divennero poi sede delle Opere Pie. L'edificio viene menzionato per la presenza, al suo interno di un capolavoro del Rinascimento veneto, la pala d'altare di Andrea Previtali.
All’interno si possono ammirare:
Pala d'altare: olio su tela, Annuciazione della Beata Vergine Maria, Andrea Previtali, 1514
L'impostazione della scena è quella classica con l'angelo annunciante sulla sinistra che giunge porgendo un fiore di giglio alla Vergine che, timorosa è inginocchiata ad un altare e sta leggendo un libro. Lo sfondo su cui si staglia la scena è un interno architettonico connotato da una grande bifora che inquadra un paesaggio pedemontano.

Chiesa di Santa Giustina

Fu costruita nel 1227 per volontà di Gabriele da Camino e fu dipendenza dell'abbazia di Follina, ma già nel 1228 veniva ceduta ai benedettini di Padova che vi insediavano un priorato. Tuttavia rimase legata ai Caminesi che, arricchendola con varie decorazioni, l'avevano resa di fatto la loro cappella privata. Passato poi alle benedettine e alle agostiniane, dopo le soppressioni di Napoleone divenne succursale del duomo. Solo dal 10 dicembre 1947 è stata elevata a parrocchiale.
All’interno si possono ammirare:
Scultura: Monumento funebre di Rizzardo VI da Camino del 1337, opera scultorea composita in marmi policromi dipinti di artisti del nord e centro Italia. Quattro soldati oranti reggono un sarcofago decorato con scene sacre, Sopra la figura distesa del defunto e, ai quattro lati le sculture in preghiera di due Vescovi e due diaconi ovvero della consorte e la figlia.
Altare maggiore: bel tabernacolo e pala raffigurante S. Giustina in gloria, tra S. Agostino e S. Monica di Giovanni Contarini, discepolo di Tiziano. 
Soffitto: al centro Glorificazione di Santa Giustina e nei medaglioni I quattro Evangelisti.

Chiesa di San Giovanni

Edificio trecentesco in stile romanico annesso al convento dei carmelitani presente ancor oggi con un antico chiostro.
L'interno è suddiviso in tre navate ed è arricchito da interessanti opere d'arte ad affresco, su tavola e su tela di epoche diverse poiché il luogo fu sepoltura, per secoli, dei nobili serravallesi.
All’interno si possono ammirare:
cappelle laterali interamente affrescate, nel XV secolo, su commissione delle famiglie nobili Galletti e Sanfiori; Scene sacre: scene vita di San Nicola di Bari, Profeti, Dottori della Chiesa, teoria di santi tra cui si riconosce San Sebastiano. Autori ignoti che si possono però ritrovare in altre opere del territorio. Nella Cappella Sanfiori è anche riportato un affresco staccato di Francesco da Milano raffigurante la Vergine con Bambino, San Giuseppe e committenti del 1514.
Presbiterio, olio su tela, Giudizio Universale e la Caduta degli Angeli ribelli, Antonio Lazzarini, XVIII sec.
Altare maggiore, olio su tavola, Battesimo di Cristo con S. Antonio da Padova, S. Francesco d'Assisi e Padreterno, Francesco da Milano, 1530
Lato sx: olio su tavola, Vergine con Bambino tra i Santi di Jacopo da Valenza (1502)
Anche nell'adiacente chiostro vi sono diversi interessanti affreschi (alcuni mal ridotti e poco decifrabili) raffiguranti Scene della vita di San Francesco. Nel centro una vera da pozzo a pianta quadrata con formelle scolpite. In una sala che prospetta sul chiostro due grandi tele secentesche raffigurano altrettanti Miracoli di Sant'Antonio da Padova.

Oratorio di San Marco e Lorenzo Dei Battuti

L'oratorio viene edificato a ridosso della cinta muraria medievale del borgo di Serravalle ed in prossimità della Porta Sud in un sito che viene acquisito dalla Confraternita dei Battuti.
La confraternita è attestata sul territorio fin dall'inizio del XIV secolo, ma l'oratorio e la soprastante sala delle riunioni è più tardo essendo loro inizialmente ospitate altrove. Il ciclo di affreschi che decora le pareti dell'oratorio risale alla terza decade del XV secolo e ricopre interamente due delle tre campate che dovevano costituire l'edifico religioso. La terza campata, infatti viene demolita negli anni '30 del XIX secolo dagli Austriaci per rifare, in forme più ampie e funzionali, la Porta di ingresso al borgo, detto oggi Torre dell'Orologio, probabilmente perdendo parte del ciclo pittorico.
Il ciclo di affreschi è suddiviso in diverse tematiche: Crocifissione sulla parete dell'altare maggiore; sulla prima campata Storie della vita e del martirio di San Lorenzo, seconda Campata ancora il martirio di San Lorenzo e vita, miracolo e martirio di San Marco, affresco lacunoso dove si riconoscono solo i Santi Vittore e Liberale.
Sulle volte della prima campata i Quattro Evangelisti in trono con i loro simboli e della seconda campata i Dottori della Chiesa con i simboli degli Evangelisti.
Sui sottarchi sono raffigurati i profeti e sulle lesene i santi Augusta, Agata, San Bernardino da Siena ed una Madonna col Bambino.

Santuario di Santa Augusta

Salendo un sentiero per circa 40 minuti, inerpicato nel bosco e intervallato da cappelle intitolate alle basiliche romane, costruite come ex voto nel 1630 alla fine di un'epidemia di pestilenza, si giunge ai piedi di un'imponente scalinata: sono 100 gradini che impongono una penitenza per arrivare al santuario di Santa Augusta, la patrona di Serravalle ma ne vale la pena. Lo spettacolo sulla città è bellissimo e l'atmosfera all'interno del santuario suggestiva.
Dove prima era una fortificazione del complesso sistema serravallese, nel 1450, quando vengono rinvenute le spoglie della Santa, viene edificato il santuario, meta ancor oggi di profonda devozione.
Il Santuario di Santa Augusta è fiancheggiato a destra da un'antica torre merlata (ora torre campanaria) e a sinistra da un portico neogotico, con al centro un pozzo. All'interno c'è la Cappella di Santa Augusta Vergine e Martire, che è la parte più antica del Santuario, tutta ricoperta di pregevoli affreschi del XV secolo, ove si venerano le reliquie della Santa.
La tradizione vuole che per far passare dolorose emicranie, basti inserire la testa nel cancello che segna il luogo dove un'urna di pietra celava le ossa della santa, tanto che la voce popolare recita “le cordéle de S.Gusta le guarise dal mal de suca”!
All’interno si possono ammirare:
Ancona di S. Augusta, pietra scolpita e dorata, XV secolo, con figure di Santi e Cristo Benedicente
Arca di S .Augusta, pietra scolpita con Vergine S. Augusta, S. Cita, S Ulziano e S. Leonardo, XIV secolo.
Volta e pareti: affreschi, Quattro Evangelisti, Vergine dei Battuti, S. Augusta, Crocifissione e simboli della passione, XV Sec.
Altare maggiore, Vergine col Bambino tra San Biagio e S. Augusta, Gasparo Sanfiori, 1653.
Molti ex voto sono presenti all'interno del santuario.

Chiesa di Santa Maria Maggiore a Ceneda

Nasce annessa al collegio delle Reverendissime Madri di Sant’Agostino riformate cinturate; oggi è affidata alle cure delle Figlie di San Giuseppe, di Mons. Caburlotto di Venezia.
In origine aveva anche intitolazioni dedicate alla Madonna della Neve, Chiesa di Gesù, Madonna degli Angeli e S. Maria Nuova.
Tra tutti gli appellativi viene definitvamente assegnato, dal Vescovo Pisani il 26 novembre del 1645, quello di S. Maria Maggiore.
Chiesa edificata agli inizia del XVII secolo, risente dello stile Barocco, ricco di intagli, dorature, stucchi.
Edificio a navata unica con altare maggiore dedicato a S. Carlo Borromeo e due laterali di cui uno dedicato a S. Agostino. Notevoli gli affreschi tra gli stucchi del soffitto che narrano le vicende di S. Agostino, i 4 Evangelisti e i 4 Padri della Chiesa. Sono attribuiti alla scuola di Sebastiano Ricci.

Chiesa di San Paolo in Piano

Tra la loggia del Cenedese e la Cattedrale sorge la chiesetta settecentesca di San Paolo in Piano, comunemente nota come la chiesa di San Paoletto.

Un tempo chiesetta dell’attiguo cimitero (trasferito nel 1847 in quello nuovo); essa era sede della “Scuola della Buona morte”, la quale si occupava del decoro dei funerali e del seppellimento dei morti, e poi delle Confraternite di “San Filippo Neri” e della “Madonna del Carmine”.

Oggi viene utilizzata come sede di esposizioni temporanee.

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