Il Meschio

Vittorio Veneto è sempre stato un territorio di grande produttività, soprattutto per la presenza del fiume Meschio che ha ha favorito l'insediamento di attività lungo le sue sponde.

Non solo la sua forza motrice è stata utilizzata, ma anche la sua temperatura costante: 11° centigradi. Questa particolarità ha fatto sì che, dal Medioevo al Rinascimento, Serravalle e Ceneda fossero note per la produzione di armi bianche. La tempra dell'acciaio non era seconda nemmeno alle famose lame di Toledo, come testimoniano molte armi ancora raccolte in collezioni moderne che recano gli stemmi di famiglie produttrici serravallesi e cenedesi.
Ma in seguito altre sono state le produzioni lungo il fiume: cartiere, bacologie, setifici, cementifici, lanifici, tutte produzioni  - tra Settecento e Novecento – che necessitavano di molta acqua.
Oggi rimangono testimonianze di questa ricchezza vetero-industriale in molte strutture che si possono riconoscere lungo il fiume; percorrendo la pista ciclabile che scorre lungo il fiume Meschio si possono incontrare tutte e avere un'idea della ricchezza e della complessità del mondo produttivo vittoriese dal'antichità ad oggi.
Partendo da Nord, in località Borgo La Sega si trova ancora un antico mulino che, lo richiama il toponimo della località, serviva ad azionare un sistema produttivo per un maglio ed una segheria.
Scendendo dopo Porta Cadore si incontrano invece due importanti plessi moderni per la produzione di tessuti vicino ad un antico pittoresco mulino Ortolan. Appena a sud quindi il plesso imponente dell'ex Cementificio Italcementi, quasi una cattedrale con le volte e il canale d'acqua che passa all'interno. Proseguendo lungo il fiume si incontra l'ex cementificio Torres oggi utilizzato come sede di uffici, la Carnielli oggi dismessa, che produceva la mitica Graziella e quindi, più oltre, gli ex Mulini del Favero anch'essi riconvertiti. Scendendo, a San Giacomo di Veglia, ancora mulini, gli Ex Farina, oggi residenze, e più sotto, le Filande Banfi e le Filande di Via della Seta oggi Museo del Baco. Un sistema ricco, quindi e apprezzabile lungo un percorso piacevole che fa conoscere Vittorio Veneto attraverso il suo territorio agricolo in un modo diverso e nuovo.

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