Gli edifici di pregio

Vittorio Veneto è anche edifici di pregio.

Castrum di Serravalle

Antico insediamento militare e quindi dimora della famiglia da Camino trai secoli XI e XIV. Dell'antica struttura di fortificazione oggi rimangono poche vestigia, costituite dalla torre porta con ponte levatoio carraio e pedonale, un torrione circolare una rocca e delle mura, molto rimaneggiate anche a seguito dei danni causati dalle varie guerre. All'interno un vasto parco ed una torre scudata riadattata alla destinazione residenziale.

Castello di San Martino

Il complesso del Castello di San Martino risale all'epoca longobarda, come fondazione, ma le strutture esistenti sono più tarde. Rinnovato nelle diverse epoche è un insieme di elementi architettonici ed interventi i più importanti dei quali si riferiscono al XV e XVCI secolo.
Il castello è residenza vescovile a partire dalla fine del X secolo quando il Vescovo aveva il titolo anche di Conte, titolo che gli verrà tolto solo nel 1768.
Il castello nella struttura militare antica, era punto focale di un sistema di vedette che avevano i punti di vista sulle cime delle colline: oggi questi siti sono divenuti luoghi devozionali: San Paolo al Monte, San Rocco, la chiesa di Formeniga, Costa, Castello Roganzuolo, ecc.

Palazzo Minucci-De Carlo

Edificio costruito a partire dal 1596 per volere dell'Arcivescovo di Zara Minuccio Minucci. Lo stile è tardo rinascimentale e, rispetto alla teoria di edifici che caratterizzano Serravalle, si staglia come un unicum con le sue nove ariose arcate a bugnato.
Annessa al palazzo vi è anche la Cappella palatina, dedicata alla Santa croce, in stile barocco, accessibile sia dalla pubblica via che direttamente dall'interno del palazzo.
Si accede da un grande portone che ammette ad un androne passante acciotolato raccordato ad uno scalone monumentale che porta al grande salone dei ricevimenti, spazio di raccordo del piano nobile. Questo spazio a doppia altezza, con balaustra, è decorato con stucchi e tele settecentesche narranti le vicende di Alessandro Magno, opere attribuite ad Antonio Lazzarini.
Da questo spazio si dipartono, da quattro porte simmetriche, le stanze in sequenza seriale: camere da letto, da pranzo e la grande e strutturata cucina.
Dalla metà dell'Ottocento la proprietà del Palazzo passa alla ricca famiglia cadonia De Carlo e l'ultimo proprietario, Camillo la trasforma in un vero e proprio museo per il numero di oggetto che raccoglie e colleziona da tutto il mondo dove lui viaggia per lavoro (opera come agente segreto per lo Stato Italiano). Alla sua morte, avvenuta nel 1968, lascia tutti i beni ed il palazzo ad una Fondazione costituita appositamente affinché quanto da lui costruito possa venire fruito pubblicamente.

Torre dell'Orologio

La torre dell'orologio era l'antica porta inferiore che permetteva di entrare nella città murata di Serravalle, incastronata tra due ripidi pendii e sorta strategicamente a difesa della pianura. L'edificio è stato costruito nel XIX sec. sul luogo dell'antica porta S.Lorenzo e a sinistra sono ancora visibili i resti delle mura castellane che salgono al colle di S.Antonio. Essa ospita oggi l'ufficio comunale Sviluppo e Attività produttive e il Museo dell'arte bambina.
L'edificio è stato sottoposto a recente restauro per restituire alla comunità vittoriese uno dei monumenti simbolo della città.

Ville Liberty lungo Viale della Vittoria

Già prima dell'unificazione dei due antichi centri – Ceneda e Serravalle – si era venuto a creare un viale che li collegava, la Via Regia Postale, sulla quale, con la nuova Vittorio, si innesteranno anche le nuove funzioni amministrative. Questo è il nuovo Viale della Concordia (oggi Viale della Vittoria) con affianco un elegante controviale alberato per il passeggio sul quale si affacciano, in stile modernissimo, le ville liberty in una variopinta sequenza: Teofik, Gabelli, Bianchini, Maluta, Da Zara, Ivancich , Billi, Chiggiato, Cicogna, Errera, questi sono i nomi degli originari committenti delle curiose ville con parco.

Palazzo Cavalcanti Casoni detto "Il cason"

Palazzo Casoni sorge nell'antica contrà Tierà, l'odierna Via Casoni (strada che collega l'area del Foro Boario e del Duomo di Serravalle), correndo parallela alla Cal Granda a sinistra del Meschio, dove i portici inusitatamente bassi danno la misura del processo di interramento seguito all'alluvione del 1521.
L'edificio era dimora dello stesso Guido Casoni che dà il nome alla strada. Si tratta di un palazzo quattrocentesco in stile gotico, la cui facciata presenta le seguenti caratteristiche: al piano terra ha spazio un largo portico con cinque archi ogivali e coperto da travatura; ai due piani nobili si distinguono una parte sinistra con una coppia di monofore per piano, una parte centrale con due ordini di trifore a sesto acuto e una parte destra con due bifore gotiche per piano. Tutte queste aperture sono inserite in elementi lapidei, le bifore e le trifore sono sostenute da colonnine di ordine composito; sulla sommità un ricco cornicione è abbellito da elementi pittorici.
La facciata posteriore ripete ai piani nobili scelte stilistiche affini, con due ordini di bifore in luogo delle trifore; elemento nuovo sono due finestre rettangolari con balaustre sporgenti, che consentono un'ampia veduta che dà sul Meschio, sulle facciate dei palazzi di via dei Battuti e sul retro di quelli della Cal Granda.

Palazzo Flaminio

Confinante con Palazzo Cavalcanti Casoni per mezzo di un cortile, Palazzo Flaminio è un'architettura del Quattrocento; fu commissionato dalla famiglia Flaminio – Zarrabini, importante soprattutto per aver dato i natali all'umanista e poeta Marcantonio Flaminio, che qui visse.
La facciata è quella di un tipico palazzo rinascimentale, con un portico aperto da due arconi al piano terra e due serie di monofore a tutto sesto ai piani nobili, più le piccole aperture quadrangolari del sottotetto. Sulla superficie intonacata di giallo, sopravvive un unico frammento di affresco, rappresentante lo stemma della famiglia Flaminio: una stella dorata su sfondo argento e due delfini su sfondo rosso.

Palazzo Borsoi

Tra le facciate del lato orientale di Via Casoni, si trova Palazzo Borsoi, dal nome dell'omonima famiglia locale. Costruito nel Seicento, consta di tre piani più un sottotetto, le cui piccole aperture si organizzano sotto un elegante cornicione a dentelli. La forometria rettangolare dei due piani nobili si interrompe al primo piano, lasciando spazio centralmente a una spaziosa trifora a tutto sesto, con mascheroni in chiave di volta e balaustra sporgente in pietra. Quattro archi a sesto ribassato danno luce al portico del piano terra.

Casa Antonello

Piccolo edificio disposto su tre livelli più ammezzato nel sottotetto, Casa Antonello risale al XV secolo; la sua facciata è semplice, con un portico a due arcate ogivali e, ai due piani nobili due monofore rettangolari, collocate simmetricamente e inserite inscritte in cornice lapidea. La casa prende il nome da Antonello da Serravalle, pittore attivo nel Quattrocento, del quale questa abitazione è ritenuta essere, secondo tradizione, la dimora.
Nel sottoportico è conservato un affresco di anonimo risalente al XVII secolo,di arte veneta, raffigurante una Crocifissione e restaurato nel 2004 dal Lions Club Vittorio Veneto.

Palazzo Galletti

Ultimo palazzo del lato orientale di via Casoni, all'angolo con via Calcada, Palazzo Galletti trova le sue origini nel XVI secolo, come dimora della nota famiglia locale. Le peculiarità della sua facciata sono il portico, con otto arcate a tutto sesto sostenute da nove colonne ioniche e la grande trifora del piano nobile, posta nella metà sinistra, sostenuta da due colonne rosa e dotata di balaustra. Le restanti aperture monofore quadrangolari inserite in cornice lapidea.

Palazzo Sarcinelli

Palazzo Sarcinelli è un'architettura ubicata nel centro storico di Serravalle tra via Martiri della Libertà e piazzetta Vecellio. Esso viene costruito nei primi anni del XVI secolo dal ramo serravallese della nobile famiglia Sarcinelli, in particolare dai fratelli Giovanni e Martino. Nello stesso secolo questo palazzo si lega alle vicende della famiglia Vecellio: infatti la figlia di Tiziano, Lavinia, fu data in sposa negli anni 1550 a Cornelio Sarcinelli di Serravalle, dando alla luce numerosi figli, prima della prematura morte avvenuta forse nel 1561. Di lei resta, ancor oggi, la stanza. Attualmente il palazzo è ancora privato e ha beneficiato di un importante restauro negli anni 2000.

Palazzo Racola De Fontanellis Troyer

Tra le facciate più importanti di Serravalle c'è quella quattrocentesca di Palazzo Racola de Fontanellis Troyer, in stile gotico.

Sopra le quattro arcate a tutto sesto del portico, i due piani presentano una forometria di grande pregio e disposta simmetricamente: il primo piano presenta lateralmente due quadrifore tra le quali si inseriscono due monofore con balaustra e una coppia di trifore; il primo piano invece, in luogo delle quadrifore ha coppie monofore e, in luogo di monofore e trifore, due quadrifore: tutte le aperture sono ogivali e trilobate.

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